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Materiali

“Per ogni tipo di suppellettile sacra, la Chiesa, ammette il genere e lo stile artistico di ogni regione, e accetta quegli adattamenti che corrispondono alle culture e alle tradizioni dei singoli popoli, purché ogni cosa sia adatta all’uso per il quale è destinata.

Anche nella suppellettile si curi quella nobile semplicità che si accompagna tanto bene con l’arte autentica. Nello scegliere la materia per la suppellettile sacra, oltre a quella tradizionalmente in uso, si possono adoperare anche quelle che, secondo la mentalità del nostro tempo, sono ritenute nobili, durevoli e che si adattano bene all’uso sacro” (OGMR 325-326).

“… I luoghi sacri e le cose che servono al culto siano davvero degni, belli, segni e simboli delle realtà celesti” (OGMR 288).  

“La Chiesa, specialmente nella grande preghiera eucaristica, insieme con Cristo, rende grazie al Padre, nello Spirito Santo, per tutti i beni che nella creazione elargisce agli uomini” (EM 3,c).   Avendo dinanzi lo splendore della Gerusalemme celeste, come descritta nel libro dell’Apocalisse (Ap. 21 e 22), la Chiesa, impara che le realtà celesti possono esser significate da quanto di più bello si trova nella Creazione. Tutto è bello e buono e, come è stato coinvolto nella corruzione del peccato così tutto è redento e canta lode a Dio insieme all’uomo che gli rende culto nello Spirito e nella Verità.


Per questi motivi noi cerchiamo nei nostri articoli di usare il più possibile materiali che si trovano in natura. Qui di seguito potete trovare informazioni interessanti su di essi:

ALABASTRO DI VOLTERRA

L’alabastro di Volterra è un solfato di calcio che risale all’epoca del Miocene (tra i 26 e i 5 milioni di anni fa), periodo durante il quale si è formata l’ossatura della penisola italiana.

I giacimenti di solfato selenitici derivano dall’evaporazione dell’acqua marina, in cui si trovano disciolti, rimasta “imprigionata” dalle eruzioni vulcaniche.

L’alabastro di Volterra è considerato il più pregiato d’Europa, per le sue caratteristiche di compattezza, trasparenza, vellutazione, venatura, durezza. Si estrae dal sottosuolo, in blocchi compatti di forma ovoidale. Per la cura della suppellettile in alabastro, quando è veramente necessario si usa borotalco con un pennello morbido e pulito.

BRONZO

Il bronzo è una lega rame-altro metallo, dove il metallo aggiuntivo può essere l'alluminio, nichel, berillio e stagno, anche se spesso il termine bronzo viene inteso come la lega rame-stagno.

Lo stagno aggiunto fino al 8-9% dà luogo a leghe con buone caratteristiche meccaniche e grande resistenza alla corrosione: queste leghe sono ancora lavorabili plasticamente e si possono laminare, estrudere, forgiare, stampare e trafilare. Aumentando ulteriormente il tenore di stagno, la durezza raggiunge livelli tali da consentire solo pezzi ottenuti per fusione, chiamati anche getti.

In genere i bronzi contengono sempre elementi aggiunti oltre allo stagno:

a) Il fosforo disossida e aumenta la durezza;

b) Il piombo: esso rimane confinato ai bordi dei grani rendendo così più facile la lavorazione alle macchine utensili. Se invece il piombo raggiunge percentuali molto più elevate (dal 10 al 30%) la lega presenta un particolare comportamento alla frizione: per questo sono impiegate per i cuscinetti;

c) Lo zinco viene usato come disossidante;

d) Il berillio viene aggiunto per aumentare la durezza.

CERAMICA

Il termine CERAMICA indica qualsiasi oggetto ottenuto dalla lavorazione dell’argilla e sottoposto all’azione del calore ad alta temperatura. CERAMICA = ARGILLA + CALORE.
Secondo il tipo di impasto ottenuto mescolando due o più argille, o aggiungendo altre sostanze minerali, si possono avere vari tipi di ceramiche:

 

TERRECOTTE: argilla cotta una sola volta (biscotto). Appartengono a questa categoria vasi da fiori, elementi decorativi e scultorei, materiali refrattari.

 

MAIOLICHE: prodotti ottenuti da argille che in cottura risultano di struttura porosa ed assorbente, sono rivestite con uno smalto coprente o con vernice trasparente e cotte una seconda volta a 900-950° C.

 

TERRAGLIE: prodotti ottenuti da argille che in cottura risultano bianche e porose.

Cottura: 940-1050° C.


GRES: prodotti ottenuti da impasti di argille con materie prime come il quarzo e il feldspato.

In cottura risulta colorato (per la presenza di ossidi), compatto e vetrificato. Cottura tra i 1000 e 1280° C.


PORCELLANA: è costituita da argilla purissima (caolino), argille plastiche bianche e da feldspati.

In cottura risulta di colore bianco con aspetto cristallino. Cottura tra i 1250- 1400° C.


Dopo una prima cottura detta biscottatura gli oggetti possono essere ricoperti di un rivestimento di sostanze minerali macinate finissime (smalti o cristalline) e sottoposti a una seconda cottura a temperatura elevata durante la quale gli smalti vetrificano rendendo l’oggetto impermeabile, come rivestito di un sottile strato vetroso, lucido o opaco.

 

Indicazioni per i nostri prodotti:

Tutti gli articoli sono realizzati artigianalmente nel nostro laboratorio rifiniti a mano, smaltati e decorati con tecniche varie e con particolari cure per gli articoli destinati a uso liturgico.

MATTONELLE CON SCRITTA, piccole e grandi sono classificabili con la voce: MAIOLICHE.

Si potrebbe aggiungere che l’effetto decorativo degli smalti è ottenuto con TECNICA MISTA (pennello, aerografo, immersione ecc.)

FORMELLE CON IMMAGINE A BASSORILIEVO: tutte le Madonnine di sr. M. Angelica Ballan, medaglioni e crocette.

Possono essere classificabili come ceramiche a tecnica mista: TERRACOTTA con zone rivestite di smalti. Tutti gli articoli con codice A sono realizzati o al tornio o a colaggio per pressatura.

Calici, patene, brocche e ampolline sono rivestiti con smalti senza piombo e non cavillanti per garantire l’uso non nocivo e la perfetta impermeabilità. Le lampade con alimentazione a cera liquida sono realizzate in GRES, rivestite con smalti per gres e sottoposte a seconda cottura tra 1100 – 1150° C.

OTTONE

E’ una lega di rame e zinco, assume una colorazione più o meno giallo/rossa a seconda della proporzione dei due componenti. E’ di ottima lavorabilità sia a freddo, a mano e alle macchine, sia per le lavorazioni plastiche di fucilazione, laminazione, stampaggio, imbutitura.

Anche l’ottone, come il rame, durante la lavorazione incrudisce però si può riportare alle condizioni di malleabilità attraverso la ricottura. Per imitare l’oro e l’argento viene usato l’ottone con aggiunte di stagno, piombo, nichel, ecc…

L’unione dell’ottone con il nichel dà luogo a leghe come l’alpacca, il pacfong, alfenide, mailechort che assume, in forza del Nichel un colore bianco argenteo. Esistono anche ottoni all’alluminio, di colore giallo oro lucente.

PIETRA OLLARE

L’aggettivo “ollare” indica tutta una gamma di pietre tenere, resistenti al calore e di facile lavorazione. Conosciute fin dall’antichità, esse servivano per ricavare pentole e contenitori di oli, chiamati “olle”, da cui derivò detto aggettivo.

Le pietre ollari sono una varietà si serpentino con un’alta percentuale di talco e clorite. Esse affiorano in varie località dell’arco alpino, con una estensione di 170 chilometri, e con il nucleo centrale nella Valmalenco. Attualmente la pietra ollare si estrae cin le perforatrici ad aria compressa.

Viene lavorata a tornio, e dal 1930 gli artigiani cominciarono a decorare gli oggetti in pietra ollare con incisioni e basso rilievi. Questa innovazione, andò via via migliorando, fino ad arrivare ad oggetti di gusto raffinato e artistico.

VETRO MURANO

Il vetro veneziano è da sempre sinonimo di raffinatezza e buon gusto, ma pochi ne conoscono la storia millenaria dai risvolti affascinanti e sempre attuali.

Il vetro veneziano vanta una tradizione millenaria poiché il primo documento che dia testimonianza di una vetreria attiva a Venezia, risale a oltre mille anni fa e precisamente si data anno 982.

Nel periodo “buio” della storia dell'umanità, nel medioevo, l'arte vetraia veneziana, erede di tradizioni islamiche e bizantine, si distingueva per l'elevato livello della propria produzione.

Già a cavallo tra il duecento e il trecento, importanti casate nobiliari d'Europa, commissionavano alle vetrerie veneziane importanti bicchieri tuttora conservati nei musei.

Con l'utilizzo di pochi e semplici attrezzi in ferro, i maestri vetrai plasmano il vetro con abilità e perizia che nessuna scuola può mai insegnare e come in un vecchio laboratorio medioevale, i giovani possono apprendere le tecniche e l'arte solo dai vecchi maestri e con l'umiltà necessaria a chi si vuole avvicinare a questo magico mondo del vetro.

La tradizione veneziana ha le sue radici nella decisa volontà di esaltare la duttilità del vetro e la sua possibilità di essere soffiato e modellato, dando quindi sfogo alla più variegata fantasia del maestro che è artefice di una artigianalità che non ha confronti in alcun altro materiale.

Nel nostro secolo questo enorme patrimonio storico ed artistico viene valorizzato con la produzione di importanti pezzi che si ispirano alla storia del vetro veneziano, abbinando anche nuove tecniche e soluzioni che danno ad ogni pezzo la possibilità di integrarsi in ogni ambiente con una prepotente sensazione di classe e di buon gusto.

Ogni pezzo, frutto di attente e laboriose ricerche storiche, è destinato a rivalutarsi nel tempo ed è in realtà un pezzo “unico” in quanto prodotto esclusivamente a mano e senza l'ausilio di stampi e di moderne attrezzature.

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